Ripigmentazione della cute acromica, della vitiligine stabile e del piebaldismo

La vitiligine stabile, il piebaldismo e le aree cicatriziali possono essere ripigmentati ap - plicando sulle aree acromiche disepiteliz - zate, cheratinociti e melanociti autologhi coltivati da un piccolo frammento di cute prelevato 20 giorni prima da un’area nor - mo cromica. Si preleva dal paziente 1cm 2 di cute nor - mopigmentata per la coltivazione dell’epi - dermide. Dopo circa tre settimane è pronta un’adeguata superficie di cheratinociti e melanociti. Si procede quindi alla disepite - lizzazione timedchirurgica pulsata, dell’a - rea acromica. Completata la disepitelizzazione l’area è la - vata con soluzione di Ringer e sono appli - cati gli innesti di cheratinociti e melanociti autologhi. La medicazione, stabile ma non compressiva, è rimossa dopo otto giorni. In questa occasione si controlla l’attecchi - mento dell’innesto. La ripigmentazione, quasi sempre comple - ta, avviene dopo tre/dodici mesi. Non eseguiamo più questo intervento per la difficoltà dei laboratori a seguire le nor - mative vigenti e i relativi alti costi.

Depigmentazione della cute del volto in pazienti con vitiligine generalizzata

La disepitelizzazione timedchirurgica pulsata seguita dall’applicazione di una soluzione satura di resorcina in acqua, applicata per un minuto e poi lavata, può depigmentare la cute del volto. Il trattamento deve essere eseguito due volte a distanza di sei mesi o di un anno. Come in tutti i peeling misti con resorcina dopo il lavaggio l’area trattata è asciugata più volte con fazzoletti di carta fino alla formazione di una crosta. La crosta deve cadere spontaneamente.

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